jueves, 24 de mayo de 2012

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LA NUOVA LEGGE INDIANA IN MATERIA DI SURROGAZIONE.

Prossimamente, il Parlamento Indiano darà inizio al dibattito sulla nuova legge riguardante le tecniche di riproduzione assistita definita Art Bill 2010, Assisted Reproductive Technologies Regulation.
Il procedimento di surrogazione in India è attualmente disciplinato dalle - Guidelines - del 2005, emesse dal Consiglio Indiano di Ricerca Medica (Indian Council of Medical Reasearch).
Una volta approvata la Art Bill 2010, la pratica in questione sarà definitivamente soggetta alla nuova legislazione molto più restrittiva.
Questa nuova legge pretende rispondere sia al progresso tecnico-scientifico raggiunto in materia di riproduzione assistita sia alla realtà sociale: è stato infatti, ufficialmente stimato che il 15% delle coppie su un totale mondiale soffre di sterilità e che un sempre maggior numero di coniugi e single ricorrono alle pratiche di riproduzione eterologa offerte in India.

domingo, 20 de mayo de 2012

MADRE SURROGATA IN INDIA.




Quando neanche le tecniche di procreazione artificiale omologa sortiscono effetti, l'unica possibilità per avere un figlio geneticamente proprio è quella di tentare la pratica della surrogazione di maternità.
Tra le tante mete, una delle più frequenti scelta per portare a compimento il processo, è l'India.
Nel subcontinente la pratica citata non è regolata da una legge bensì dalle Linee guida del 2005, dettate dal Consiglio Indiano di Ricerca Medica (ICMR, Indian Council Medical Research) le quali sono applicate in tutto il territorio nazionale.
La piena legalità del contratto di maternità surrogata è stata affermata, in varie pronunce, dalla Corte Suprema Indiana.
Quali si sono le principali caratteristiche di questo paese in materia di maternità surrogata?

martes, 15 de mayo de 2012

MATERNITÁ SURROGATA: LA LEGISLAZIONE ITALIANA.

L'espressione maternità surrogata, conosciuta anche come utero in affitto o maternità per sostituzione, è quella pratica con la quale una donna si presta a portare a compimento una gravidanza e conseguentemente la nascita di un figlio per un'altra donna committente, o più comunemente per una coppia, che non può procreare un figlio proprio.
La madre gestante, volontariamente, non allaccerrà  alcun rapporto affettivo con il nuovo nato che a pochi giorni dalla nascita sarà rimesso alle esclusive cure dei genitori committenti.
La prima riflessione che va mossa è la dissociazione, tanto criticata, tra genitorialità biologica e sociale che una tale pratica pone in essere.
Il Codice Civile italiano non lascerebbe spazio alla sopra menzionata dissociazione, cristallizando all'art. 269, co. 3, c.c. il brocardo latino, mater semper certa est.
La prova della maternità è dunque il parto.
Cosa accade però, quando nella vita reale e grazie ad un ars medica in continua evoluzione, il desiderio di avere un figlio geneticamente proprio prende forma attraverso il "contratto di maternità surrogata"?
Repentinamente, le certezze giuridiche si affievoliscono e la staticità dei dati codicistici deve confrontarsi con le nuove fattispecie collegate alla surrogazione.
Chi scrive è dell'opinione che non è sufficiente l'atteggiamento di chi vorrebbe rispondere a tutti gli interrogativi attraverso il combinato disposto degli artt. 29, 30 Cost. e 269 c.c.